Astrolabio orizzontale
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Nel Planisfero, Tolomeo
(II secolo d.C.), proietta la superficie della sfera celeste sul piano
equatoriale. Ponendo l’occhio dell’osservatore su uno dei poli, è possibile rappresentare
su una superficie piana tutto l'emisfero settentrionale e parte di quello
meridionale fino al tropico del Capricorno. Dei circoli della sfera, solo
quello equatoriale resta uguale a se stesso, in quanto coincide con il piano
di proiezione. Il tropico del Capricorno appare ingrandito e rappresenta il
circolo più esterno della rappresentazione, mentre il tropico del Cancro è
ridotto; l'eclittica, invece, appare come un circolo decentrato, che tocca i
due tropici nei punti di solstizio. |
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Da Alessandria
d'Egitto, dove il matematico Teone scrisse un trattato sull'astrolabio piano,
lo strumento passò nel mondo islamico. Qui, accanto al tradizionale
astrolabio piano, vennero sviluppate alcune varianti, come l'astrolabio
sferico e varie forme di astrolabio universale. In conseguenza della
conquista islamica della Spagna e della Sicilia e delle numerose traduzioni
di testi scientifici arabi, l'astrolabio piano si diffuse in tutta l'Europa.
Lo strumento riscosse grande fortuna, tanto che rimase insuperato fino alle
soglie del XVII secolo, quando si imposero orologi meccanici di maggior
precisione. L’astrolabio
orizzontale è un orologio azimutale che sfrutta la proprietà della proiezione
stereografica sull’orizzonte; l’aggettivo “orizzontale” serve a rammentare
che il piano di proiezione è l’orizzonte, proprio a differenza degli
astrolabi veri e propri, che generalmente usavano il piano dell’equatore. Come tutti i quadranti di tipo azimutale l’ora si legge
in corrispondenza dell’intersezione tra ombra e curva di declinazione. |
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Si tratta di uno strumento decisamente
interessante, semplice da costruire e bello da vedere, ciononostante, come
per la maggior parte dei quadranti azimutali, in passato non ha avuto molto
successo. Questo strumento fu descritto per la
prima volta da William Oughtred, nel 1636, e successivamente ripreso dal
matematico Ozanam alla fine del ‘600 solo come teorica esercitazione. |
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Astrolabio |
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